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sabato 18 gennaio 2014

I mutui al 100% esistono ancora? Parte 1: un' analisi di mercato


E’ una domanda che mi viene rivolta spesso dai più diversi interlocutori: agenti immobiliari a cui è appena saltata una vendita perché una banca ha detto no ad un loro cliente, potenziali clienti che stanno facendo il giro delle banche prima di affacciarsi all’ acquisto della casa, vecchi clienti che stanno valutando di vendere casa e riacquistare, colleghi/concorrenti che lavorano per istituti bancari o altre società di mediazione.





Una risposta singola e univoca non è semplice da dare, anche se io, pur con diversi distinguo, sono orientato al sì.

Per capire il senso della mia risposta di massima affermativa, va infatti prima affrontato un discorso più esteso e articolato, che riguarda il mercato dei mutui com’era prima e com’è adesso, partendo da alcuni dati.



In termini quantitativi, il mercato dei mutui oggi si è ridotto di almeno il 70% rispetto a com’era 4/5 anni fa, addirittura ampliando il calo delle compravendite immobiliari. In altre parole, il mercato dei mutui si è ridotto molto più del mercato delle compravendite immobiliari che i mutui stessi vanno a finanziare. 

Colpa delle banche, come dicono tutti? Sì, ma non solo. Ricordiamo che stiamo vivendo una doppia crisi dal 2008 ad oggi: tutto ha avuto inizio con la crisi dei mutui subprime a cui, nel 2011, si è aggiunta la crisi dei debiti sovrani (quella che ha portato la parola “spread” agli onori dei telegiornali, per intenderci). Quindi le banche hanno sì colpa per loro comportamenti specifici, ma si trovano anche ad operare in un contesto globale ben diverso da quello del 2008.

A chi sono dati i mutui oggi?




C’è da dire che certe operazioni di mutuo non hanno in alcun modo risentito della doppia crisi di mercato. Una famiglia che oggi fa una richiesta di mutuo in percentuale decorosa sul prezzo di acquisto della casa (massimo 60-70%), ha due redditi stabili, ha propri risparmi evidenziabili alla banca per coprire il saldo del prezzo di acquisto della casa e le spese connesse, non ha avuto in passato problemi nel rimborso di altri prestiti, è mutuabile oggi senza problemi, come lo era alcuni anni fa, come lo sarà in futuro. 

Bella forza, penseranno gli agenti immobiliari che stanno leggendo questo articolo: queste situazioni fanno parte di un mondo ideale, e nel concreto non esistono. Ecco, non è proprio così. 


Questo è un mercato che esiste (ce lo conferma Banca d’ Italia con i suoi dati relativi al mercato dei mutui e con la definizione delle operazioni “medie” che si fanno), e se io consulente creditizio o consulente immobiliare non incontro mai questo mercato, forse sono io che ho un problema di acquisizione dei clienti che va oltre la crisi di sistema in cui stiamo vivendo.

Se il mio mercato è caratterizzato solo da clienti che le banche ora non finanziano più – e forse non torneranno mai a finanziare come prima – , e io sono quindi capace solo di acquisire quei clienti, forse devo cambiare qualcosa nella mia impostazione del lavoro. 

E questa riflessione vale ancora di più per i consulenti creditizi: quindi, guardiamo in noi stessi prima di dare solo le colpe al mondo esterno.




Se quindi il mutuo ai bei clienti si faceva prima e si fa anche adesso, cos’è che è venuto a mancare? Si è ridotto sensibilmente il mercato delle posizioni più a rischio. Ecco quali sono i mutui più a rischio per le banche:
  • i mutui in percentuale di intervento elevata rispetto al valore dell’ immobile (argomento specifico di questo articolo)
  • i mutui in cui la famiglia richiedente ha un solo reddito
  • i mutui fatti a cittadini stranieri
  • i mutui con una finalità diversa dall’ acquisto

Si può essere d’ accordo oppure no, ma questo è quanto pensano le banche e, visto che sono loro a dare i soldi, ne va tenuto conto. A quanto indicato sopra, va aggiunto che, a causa della crisi economica generale, si sono ridotte le posizioni lavorative stabili di chi richiede un mutuo, quindi viene a mancare uno dei requisiti base richiesto dalle banche per l’ accettazione delle richieste.





E le banche, di loro, nell’ impostazione delle loro regole di erogazione del denaro, hanno cercato di concentrare la verifica dei requisiti di fattibilità dei mutui principalmente sulla posizione dei soli intestatari, rendendo sempre più elevati i requisiti richiesti ad eventuali garanti (soprattutto per età e per reddito). Mutuatari sempre più precari e garanti sempre più “discriminati” portano inevitabilmente a ridurre le richieste di mutuo accettabili da un punto di vista reddituale.

C’è quindi un mix di fattori che ha portato al crollo del mercato dei mutui: riduzione delle compravendite immobiliari (in questo caso il rapporto causa/effetto è biunivoco); rimozione delle tipologie di mutuo più a rischio; peggioramento delle posizioni lavorative dei potenziali richiedenti del mutuo; maggiore severità delle banche nei criteri di valutazione del credito.

Aggiungo un ultimo fattore derivante dalla mia esperienza di lavoro quotidiana: burocrazia assurda nell’ istruttoria delle pratiche di mutuo e tempi di risposta lunghi e non prevedibili.

Mi capita non di rado di incontrare potenziali clienti che hanno letteralmente perso la propria pratica di mutuo in banca: ricevono periodiche richieste di documenti, non gli sanno dare risposta, c’è un limbo assoluto, il tempo passa, e alla fine, presi per stanchezza, si rinuncia alla richiesta di mutuo perché magari la trattativa immobiliare ha dei tempi vincolanti da dover rispettare.



E mi capita anche di incontrare nel mondo bancario e dell’intermediazione burocrati ottusi e volti a salvaguardare solo se stessi: completamente disinteressati del buon esito della richiesta di mutuo che stanno portando avanti, ma interessati solo a mostrare a chi sta sopra di loro che il loro lavoro e la loro presenza ha un senso. E un burocrate mostra all’ esterno di avere un senso solo se fa vedere che c’è, creando ostacoli artificiali allo sviluppo lineare nel lavoro.

Se il mercato è quello che ho fino ad ora evidenziato, perché allora ho sostenuto all’ inizio che i mutui al 100% esistono ancora? Perché nel concreto operare quotidiano posso confermare che alcuni mutui che finanziano l’ intero importo di acquisto della casa, con requisiti adeguati da parte di chi li richiede, con la corretta impostazione da parte di chi presenta la pratica di mutuo, e con la scelta del corretto istituto per quella specifica operazione, si fanno. Sì, si fanno: è possibile. Come allo stesso modo le banche rifiutano operazioni entro l’ 80% impostate male e presentate peggio.




E alcuni agenti immobiliari e anche miei clienti che stanno leggendo questo articolo non potranno che confermare quanto da me sopra affermato, e che caratterizza anche il mio modo di lavorare: analisi severa delle criticità di un’ operazione di mutuo, emersione dei suoi punti di forza, scelta dell’ impostazione giusta e della banca adeguata, soluzione del problema.

Quindi non tutti i casi sono fattibili – e meno male che è così – ma sono affrontabili molte più situazioni di quelle che normalmente si è portati a pensare e che magari portano ad abbandonare la richiesta di mutuo al primo no che si riceve.

A breve, dopo questo articolo dedicato all’ analisi di mercato, seguirà un articolo dedicato all’ impostazione concreta dei mutui al 100%. Quando è possibile farli, come devono essere impostati, a che banche è possibile richiederli e quando è preferibile una banca rispetto ad un’ altra; infine quando è meglio lasciar perdere per evitare di buttare via tempo e illudersi senza speranza.


Per approfondire l' argomento, per chiarire dubbi, o per provare a risolvere una propria situazione problematica, è a disposizione il mio indirizzo mail:
ilmioconsulentemutui@gmail.com

Matteo Comelli